Correva
l'anno 2010, esattamente l’8 maggio,
l’estate era alle porte, la
ristrutturazione della casa era in procinto di essere terminata ma c’erano
ancora tantissime cose da fare e l’aria era abbastanza tesa. Quel maggio era veramente maggio, non come quello
appena trascorso, le giornate erano lunghe e soleggiate così decidemmo di
prenderci pausa e ci dirigemmo in bicicletta verso il fiume per raggiungere la meravigliosa
chiesa di S. Pietro. Il tragitto fu un susseguirsi di fiori colorati, profumi primaverili
e di tanto in tanto si scorgevano dei
casolari abbandonati ricoperti da una vegetazione lussureggiante che voleva riappropriarsi del
territorio precedentemente perso. Immerso in questa contesto idilliaco e
finalmente libero dai pensieri che mi stavano affliggendo, fui riportato alla
realtà dall’urlo entusiasta di Elena: “Fermati!” Vidi delle signore di mezz’età
che stavano raccogliendo delle rose
selvatiche che crescevano nel ciglio della strada. Le rose erano bellissime,
colme di petali di colore rosa con dei
riflessi rossi e l’ idea che fossero selvatiche e che non dovessimo chiedere il
permesso a nessuno per raccoglierle, le rendevano ancor più belle e
affascinanti.
Elena si mise a raccoglierle come si raccolgono i frutti di un’ albero e non mi spiegavo il perché di così tanta foga. “Queste sono le rose con cui mia mamma faceva la marmellata” mi disse. Mi venne in mente che una volta in Francia mangiai un a marmellata di rose ma era fatta con le bacche e non con i petali. Una signora incuriosita ci chiese informazioni su questa marmellata di rose e Elena le spiegò per filo e per segno come farla, ma dai suoi sguardi si intuiva che fosse molto perplessa, probabilmente l’idea di mangiare dei petali di rosa non le convinceva.
Raccogliemmo un discreto numero di rose e
tornammo a casa come se avessimo trovato un tesoro. Le distendemmo nel tavolo e
con pazienza facemmo una prima pulizia. Le rose invasero la casa il loro
profumo e improvvisamente Elena cominciò
a raccontarmi le storie della sua infanzia senza mai fermarsi, al limite del
logorroico. La magia di quelle rose le avevano risvegliato i ricordi così
l’ascoltai silenziosamente.
Dopo una semplice ma lunga preparazione, la
marmellata di rose fu pronta, poco dopo la casa fu terminata, arrivarono i
primi ospiti, l’assaggiarono e rimasero estasiati e da quel giorno la
marmellata di petali di rosa è diventata parte della nostra primavera che
vogliamo condividere con voi.
A voi la
ricetta della nostra marmellata di rose.
RICETTA DELLA MARMELLATA DI ROSE .
(Non tutte le specie di rosa potrebbero andare
bene per questa ricetta, per nostra esperienza le rose nella foto sono le più
adatte ma ho sentito amici che l’anno provata con altre specie e il risultato è
stato molto buono)
1kg di petali di rosa
800 gr di zucchero
Un limone e mezzo
Estrarre
i petali dalle rose disporli in un ampio
tavolo. Fare una prima pulizia di moscerini, petali rovinati, ecc. Immergerli
in acqua fredda per circa dieci minuti dopodichè farli asciugare e ripulirli
nuovamente. Una volta asciutti pesarli e metterli in un contenitore capiente e
aggiungere l'80% circa del peso di zucchero, il succo di un limone e mezzo per
kg di petali e lasciare macerare in frigo per circa tre giorni coprendo il
contenitore mescolando di tanto in tanto. Dopo tre giorni, lo zucchero e i
petali saranno amalgamati bene formando un composto rosa profumatissimo che
faremo bollire per non più di dieci
minuti senza aggiungere acqua mescolando frequentemente. Frullare il composto e
invasare nei vasetti precedentemente sterilizzati e rimetterli per altri dieci
minuti a bollire in acqua. Lasciare riposare per una settimana circa. La
marmellata si abbina molto bene con: formaggi di capra, nella seadas al posto del
miele, con pane casareccio. Buonissima anche come guarnizione per dolci.
Ciao Blu Bosa, un caro saluto dal sud della Sardegna!
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