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venerdì 30 maggio 2014

The beaches of Bosa   


Sas Covas: take via Alghero, toward Bosa Marina-Alghero direction, go straight at the traffic circle and follow the directions to “Sas Covas”.  You will go up along a dirt road where you can admire from above the small seaport and the beach of Bosa Marina. Continue until you  find a path that leads to a big house. Park the car nearby and take the path going down until landing on the moon. Smooth and undulating rock evoking a lunar scenery. Keep walking on  the moon, be careful here gravity exists and how, and find “Cane Malu”, a natural swimming pool formed of volcanic rocks. Very good for snorkeling or spending a quiet day. Don’t forget to bring food and water, there are no facilities. 




Cane Malu

Bosa Marina beach: equipped with bars and restaurants, it is surely one of the most popular beaches of this area. Thanks to its size, you won’t feel invaded by other bathers. 
Turas beach: from Bosa Marina continue to the street running along the see towards Oristano until find a  beach of sand and pebbles. This beach has long been frequented by surfers for its big waves  and untamed environment. More recently locals have shown a preference for this beach over the more crowded Bosa Marina. Along the seashore find beautiful colored natural stones. Close to the beach, there is a nice bar with large windows facing the sea and a pleasant garden to enjoy a cool Ichnusa (local beer). 
Porto Alabe: from Turas beach  the street continues up until crossing the villages of Magomadas and Tresnuraghes. Street signs will  help you to find it. This is a large sandy beach that’s never crowded.


Porto Alabe
Bosa Marina
Changing direction, and going north toward Alghero, you fill find perhaps the most captivating beaches. 

S’Abba Druche: transport by car to the beach costs 5 euro, but it is really well worth. There is a lovely bar situated at the top of a rock  from which to enjoy an  extraordinary view. There are two main beaches divided by a rock. Main access to the beach comes at a nominal fee but you can also access it for free from the main road down a path about 100 meters away.


Compultittu: about one km and half from S’abba druche, you will find a signal for parking (P) indicating “Compultittu” . Just beyond there is a path that takes you down to an idyllic sandy cove. The water here is extraordinary, changing color according to the time of day and the reflection of sky and vegetation. It is defenetly one of the best beaches  of the area, but also one of the most crowded in July and August due to its small size. I suggest to go in the early morning or during the late afternoon to enjoy a romantic  sunset. 

Tentizzos - Torre Argentina: years ago this was a wild camping refuge for hippies from all over Europe country. Nowadays  it’s a bit of a shabby camp ground camping with few visitors due to the lack of trees and tourist services. Nevertheless, it is a delightful place where nature, the sea and their fragrances mix together to create a magical atmosphere. Here too, car transport comes at a cost, but again, it’s absolutely well worth.  There are many places where you can spend the day entirely alone on your own  “private” beach.  With a little bit of imagination, the rocks become huge animals  or indefinite parts of the body. Beautiful water  and interesting  seabed for fishing or snorkeling. Up  a rocky promontory you will find an old Aragonese  tower called “Torre Argentina”. A climb to the top will reward you with a breathless view. Under the tower, there is a natural lagoon with a microcosm of shrimps, crabs, fish and shellfish living in a completely different habitat. Behind the lagoon, the rock wall curves into concave amphitheater. Try to sing or screen and  you will experience that the  acoustic is excellent.


lunedì 5 maggio 2014

La storia d'amore fra un cane maltrattato, un ragazzo e una ragazza tedeschi e la nostra meravigliosa Bosa

Succede talvolta che un insieme di coincidenze più o meno banali si susseguono in uno stretto arco di tempo e queste strane combinazione  favoriscono incontri che poi ispireranno grandi cambiamenti
Sembra la prefazione di una storia d'amore e in effetti lo è, anzi più esattamente sono una serie di storie d'amore intrecciate fra loro che ne fanno una. Questa è una storia d'amore fra due ragazzi, un cane abbandonato, un paese della Sardegna che preferisce farsi chiamare città e per ultimo io, che sono stato solo testimone di questa incredibile avventura e proverò a raccontarvela.

Il 2013 sarà ricordato come uno degli anni più piovosi della storia e in quei  giorni a Bosa pioveva ininterrottamente da una settimana.  Il mio umore non era dei migliori,  non solo a causa del  meteo ma anche perchè mi ero ritrovato solo e le cose non sembravano girare nel verso giusto.
Di tanto in tanto uscivo e mi capitava di incontrare una meravigliosa cucciola che mi seguiva invitandomi a giocare con qualunque cosa le capitasse nel breve tragitto. Era  l'unica in quel periodo che mi faceva sorridere e inevitabilmente nacque un rapporto d'affetto e complicità nonostante avesse già un padrone.
 Il cane apparteneva a un vicino che l'aveva presa come giocattolo per il figlio piccolo che ben presto se ne stancò e l'abbandonò facendogli fare una vita praticamente randagia.

Una mattina la vidi zoppicare vistosamente, venni a sapere  che il padrone l'aveva colpita perché era entrata in casa e aveva rubato del cibo, un'altra volta la vidi completamente fracida mentre cercava un posto per ripararsi dalla pioggia. Decisi perciò di occuparmene io,  ma doveva essere una cosa momentanea perché  viaggiavo spesso e non potevo portarla con me. Andai  dal padrone per assicurarmi che non ci fossero problemi se me ne fossi occupato io,  ma inspiegabilmente rifiutò.
Cercai di non perdermi d'animo ma visto la situazione dovevo  cambiare atteggiamento, tentai perciò di distaccarmene lentamente. Ma fu inutile, nonostante i miei sforzi , ogni mattina immancabilmente la trovavo scodinzolante sul ciglio della porta  cercando di attirare la mia attenzione. Cosa avreste fatto  al mio posto? La tenni a casa mia cercando di non farmi scoprire dal vicino , la curai, cercai di educarla, ma era una signorina con una certa personalità e non era  molto propensa a farsi comandare. Stranamente verso sera,  diventava dolcissima e affettuosa e passavamo ore bellissime a giocare e a farci compagnia.

La maggior parte delle religioni afferma che gli animali non hanno un'anima,  ma ho vissuto vari episodi che dimostrano che questa teoria è discutibile. Quel giorno infatti, avevo la febbre molto alta e lei rimase quasi tutto il giorno vicino a me senza uscire, mi leccava in continuazione, non si staccava da me neanche quando andavo in bagno, avevo la sensazione che avesse capito che stavo male.  Quella sera guardammo un film del regista Taiwanese Ang Lee dove una delle protagoniste più affascinanti  del film si chiamava Jchen  e la chiamai così dato che tutti dicevano che era brutta ma per me era bellissima, proprio come in quel film.

Jchen cominciava a essere territoriale e abbaiava furiosamente a qualunque estraneo si addentrasse nella via, non ha mai morso nessuno ma per chi non la conosceva, incuteva un certo timore. Un paio di volte prese anche della biancheria dei vicini per giocarci, un'altra volta le scarpe. Questi episodi procurarono una certa antipatia nei suoi riguardi e qualunque cosa succedesse era sempre colpa sua.  Spiegai che era ancora cucciola e di portare pazienza ma fu tutto inutile minacciavano di farla rinchiudere nel canile o addirittura avvelenarla. Cercai  di farla uscire il meno possibile sperando che la rabbia dei vicini si affievolisse, ma la cucciola era vivacissima ed era impossibile tenerla a casa. 
Temevo per la sua incolumità. Cominciai così a cercarle un padrone, chiedendo a conoscenti e amici, tutti promettevano ma in pratica nessuno riuscì a aiutarmi.
Tentai con annunci  sui social media, presi tanti "MI PIACI", condivisioni, commenti appassionati ma neanche l'ombra di chi volesse adottarla. Ero veramente preoccupato perchè non poteva più rimanere da me a lungo. 

Così  arrivarono loro, i nostri eroi: Bettina e Peter, due ragazzi tedeschi venuti dalla lontana Amburgo per passare qualche giorno nella nostra Bosa.
Inizialmente ci fu un rapporto di distaccata cordialità,  ma Jchen non badò molto alle formalità e prese subito molta confidenza con Bettina. Di solito abbaiava agli estranei, era diffidente (sarda è), ma non lo fu mai con Lei. Bettina è una ragazza con degl'occhi e un sorriso dolcissimi, Petr  un carattere saggio e gentile, assomigliava tanto a mio grande amico che non vedo ormai da anni. Così mi feci coraggio e chiesi di adottarla dato che io non potevo prendermene cura e rischiava di passare la sua vita in un triste canile. Inizialmente credo che l'idea fu considerata bizzarra e mi diedero le classiche giustificazioni: non abbiamo tempo, abitiamo in appartamento, ma la scusa indiscutibile era che abitavano in Germania e anche se avessero voluto era troppo complicato portarla con loro. Già, perchè mai una coppia tedesca che vive a 1700km di distanza da Bosa dovrebbe adottare un cane bosano. Semplice, perchè quel cane ti cambierà in meglio la vita e quando pronunciai questa frase come d'incanto si accese timida speranza. Il giorno dopo ci salutammo e rimanemmo che mi avrebbero saputo sapere, ma era la tipica frase di chi ti vuole dire di no in modo gentile.
Nel frattempo, Jchen cresceva e oltre alle tantissime gioie mi dava anche molti dolori. L'avevo abituata a dormire in una stanza vicino la mia e quella sera si gratto in continuazione a causa di una brutta ferita che si era procurata giocando con un gatto. Sfortuna volle che proprio sotto quella stanza soggiornavano degli ospiti un po' insofferenti  che la mattina seguente mi fecero presente un rumore incessante per tutta la notte. Mi scusai cercando di spiegare la situazione ma le loro facce non promettevano nulla di buono. Infatti, dopo solo un paio di giorni, trovai  la loro recensione in uno dei siti più famosi che si lamentavano della notte insonne a causa del cane. Fu la prima recensione negativa e il  bed and breakfast  dalla prima posizione scese drasticamente. Ero veramente abbattuto, perchè mi ero affezionato ma mi rendevo conto che non potevo abbandonarla ma allo stesso tempo non potevo permettermi che simili episodi del genere si ripetessero.
Così mentre bevevo il mio caffè mattutino, trovai un'e-mail di Bettina la quale mi scriveva che da quando era tornata in Germania aveva pensato molto a quel cane e avevano deciso di adottarla e se non fosse un problema per me sarebbero tornati a Bosa entro una quindicina di giorni. 
NON CI POTEVO CREDERE!!!
Lessi l'e-mail tre volte e alla quarta esplosi in urlo liberatorio e abbracciai Jchen che abbaiò divertita  come se avesse capito che stava succedendo qualcosa di importante. Scrissi subito a Bettina, ringraziandola e di non preoccuparsi che avrei pensato io a tutto. Immaginate, erano disposti a prendersi delle ferie, spendono soldi per l'aereo, spostamenti vari, ecc  per prendere un cane randagio in Sardegna, come se in Germania non c'è ne fossero.
Iniziò la corsa contro il tempo, contro la burocrazia, contro il vecchio proprietario, contro tutto e tutti ma ormai ero vicino al traguardo e dovevo correre più veloce possibile . Non immaginavo però che nonostante tutti gli ostacoli che avevo già superato l'ultimo era  quello più duro: la burocrazia.
Per espatriare dall'Italia un cane devi avere un passaporto oltre altri certificati che dimostrano le buone condizioni di salute. Sembrava che lo stato Italiano improvvisamente si fosse interessato a questo cane mentre prima l'unica soluzione che proponeva era una squallida gabbia in un triste canile. Passai ore, giorni a girare per uffici, Usl, veterinario ma i documenti sembravano non finire mai. Mancavano pochi giorni al loro arrivo e se non fossi riuscito a farmi consegnare la documentazione in tempo, probabilmente non sarebbero mai più tornati. La cosa più difficile e contraddittoria era il passaporto. Oltre a inserire i dati del padrone la legge prevede anche il codice fiscale. Codice fiscale per il passaporto di un cane? In Germania però non esiste il codice fiscale e automaticamente non si poteva stampare il passaporto. Non vi dico come abbiamo aggirato il problema, ma vi assicuro che c'è l'abbiamo fatta.

 Nel frattempo risposi a quella brutta recensione scusandomi dell'accaduto invitandoli a trascorrere un'altro giorno da noi spiegando che non potevo lasciare un cane ferito nella strada e se fosse tornati non avrebbe avuto più gli stessi problemi dato che il cane era stato adottato da una coppia di tedeschi. Dopo poche ore dalla pubblicazione della mia risposta scoppiò il finimondo. Ricevetti in continuazioni telefonate di persone che si complimentavano  chiedendo di soggiornare da noi solo per solidarietà, una signora addirittura voleva fare una donazione spontanea, molti mi invitarono a trascorrere un soggiorno da loro, ma quella che toccò di più fu una telefonata di Gaia una bambina di 6 anni. Non mi aspettavo tanta solidarietà e più questa storia andava avanti e più mi rendevo conto come da un fatto negativomi stava regalando un'esperienza unica.
Il giorno dell'arrivo dei tedeschi stava arrivando e il passaporto non era ancora pronto e feci i salti mortali, ma chi la dura la vince e alla fine c'è la feci e i tedeschi arrivarono.
Li aspettavamo di fronte la casa e quando si avvicinarono Jchen corse loro incontro, credetemi non lo faceva con tutti anzi molto spesso abbaiava o scappava. 

Passammo tre giorni insieme, rafforzarmo l'amicizia, gli diedi dei consigli e poi venne il giorno della partenza. Jchen non voleva partire, faceva fatica a mettere il guinzaglio, puntava i piedi non voleva entrare in macchina. A me il compito ingrato di tirarla e metterla in gabbia con la forza, mi costo molto ma era per il suo bene.  Quando la macchina partì mi vennero in mente tutti gli episodi di questa storia e con un po' di malinconia pensavo che fosse finita e che quella piccola peste mi sarebbe mancata tantissimo. Ma la storia non finisce così, Bettina e Petr di tanto in tanto mi scrivevano delle e-mail per dirmi come stava andando la loto vita con il cane. 

All'inizio è stato difficile  addomesticarla ma la determinazione germanica e soprattutto il loro  amore, hanno fatto si che Jchen diventasse ubbidiente. La chiamarono BLU in ricordo del nostro Bed and Breakfast e di questa avvincente avventura. 
Poco prima di natale, ricevetti un'email da Bettina :" Caro Sebastiano, ti auguriamo un Buon Natale.......con molta gioia ti informiamo  che abbiamo deciso di sposarci e abbiamo scelto Bosa per festeggiare quest'evento..." . Mi commossi un po', uscii di casa, ricordo che nevicava forte fu una serata memorabile, avevo la sensazione di essere stato parte di qualcosa di importante che raramente la quotidianità ti permette di fare.
Così Petr, Bettina il 3 ottobre  si sposeranno a Bosa nel Castello dei Malaspina e naturalmente BLU li accompagnerà e sono sicuro che Bosa gli darà quel caldo abbraccio che meritano.
La storia finisce qua, non voglio rovinare tutto con qualche frase già fatta o con la solita solfa moralista, ognuno tragga le sue conclusioni, sono convinto che questa storia  possa dare molti spunti di riflessione sotto vari punti di vista.


Ringrazio i fratelli Toro che abitano in via Muruidda vicino a me, persone veramente speciali che hanno aiutato e amato questo cane quanto me e che alla sera non dimenticano mai di mettere fuori il piattino con l'acqua e un po di cibo per i cani e gatti randagi, il Sig. Madeddu che mi ha dato una grossa mano per ottenere i documenti e ogni volta che lo ringraziavo rispondeva:"Dovere!" Il veterinario Biccai, che con molta professionalità e umanità mi ha sostenuto e per finire tutti quelli che mi hanno deriso e ostacolato perchè hanno rafforzato la mia determinazione. 

lunedì 20 giugno 2011

Buoni motivi per visitare Bosa

Cercherò di riassumere brevemente i motivi per cui vale la pena visitare Bosa e perché molte persone rimangono rapite da tanta bellezza e fascino misterioso.

Il tema meriterebbe più di un libro, ma lascio gli approfondimenti alle guide che hanno molte più competenze ed informazioni di me, il mio scopo è quello di lasciarvi “l’acquolina in bocca” e presentarvi Bosa come i grandi chef presentano le proprie pietanze.


Bene, partiamo dagli ingredienti. Il mare, la maggior parte degli italiani, sceglie il posto dove trascorrere le proprie vacanze estive in base alla bellezza del mare ed in questo Bosa non delude mai! Ogni anno il Touring Club insieme a Lega ambiente, redigono una graduatoria sulle spiagge più pulite ed incontaminate d’Italia e quest’anno, ma ormai già da qualche anno, Bosa viene premiata con le cinque vele cioè il massimo del punteggio. Il litorale bosano presenta svariati tipi di spiaggia: dalle spiagge di roccia ma lisce e levigate dal mare, alle spiagge di sabbia. Da quelle servite con bar e ristoranti, a quelle completamente isolate. Io consiglio di fare un giro in barca di almeno mezza giornata, oltre ad essere un’esperienza indimenticabile è utile per avere una panoramica completa.


Pochi vengono a Bosa solo per il mare, Bosa è un "piatto" con moltissimi ingredienti che vanno gustati con lentezza ed a piccoli bocconi.


Uno degli ingredienti che differenzia Bosa da una qualunque altra località di mare, è il borgo medievale di Sa Costa, il cuore del centro storico di Bosa. Un borgo dalle caratteristiche uniche per quanto riguarda la forma, la sua storia e l’originalità delle sue architetture.
Il borgo si è sviluppato adattandosi alla forma conica del colle dove sorge il Castello di Serravalle, sul quale il paese ha dovuto adattarsi per cercare protezione dalle incursioni di pirati e invasori saraceni.
Il nome “Sa Costa” significa la Roccia, difatti la maggior parte delle case sono state scavate nella roccia per ottenere più spazio abitativo possibile. Proprio per una questione di spazio, le case si sono sviluppate in altezza, formando delle suggestive case a torre che addossate una accanto all’altra e con dei colori pastello, creano un impatto scenico molto pittoresco.
Immergetevi in questo mondo e vagabondate nelle strette stradine di ciottoli e scalinate di trachite rossa, vi troverete in un posto dove il tempo si è fermato da centinaia di anni e dove incontrate vecchie signore che vi saluteranno cordialmente anche se non vi hanno mai conosciuto. Il Blu B and B Bosa sorge proprio in questo posto da favola.


Scendendo a valle, verso il Fiume Temo, lo scenario cambia ulteriormente. Un susseguirsi di palme seguono il percorso del fiume, regalando un aspetto quasi esotico; a sinistra piccole casette dai tetti rosa appuntiti, rigorosamente allineate, dove un tempo gli antichi bosani conciavano le pelli, Sas conzas, ovvero le vecchie conce costruite tra il ‘700 e ‘800. Consiglio vivamente di visitare il museo delle conce in cui sono in mostra, oltre ad antiche fotografie, parte dei macchinari e degli attrezzi adoperati all’epoca. Una volta usciti dal museo, fate la passeggiata che va dalle conce al ponte vecchio, vivrete un mix di emozioni ed atmosfere indescrivibili: da una parte le conce dismesse con quell’aria trasandata e vissuta, dall’altra, il fiume Temo con le sue barchette colorate e le reti dei pescatori trasmettono un’atmosfera romantica e nostalgica.


Il Temo è l’unico fiume navigabile in Sardegna ed attraversa Bosa seguendo un percorso lungo e tortuoso fino a sfociare nel mare. Nel il fiume, vicino al ponte vecchio, troverete un chiosco che affitta canoe e biciclette. Mi raccomando, non perdetevi il giro in canoa lungo il fiume. Il momento più seducente è nel tardo pomeriggio, al calar del sole, quando gli ultimi sforzi del sole, vi regaleranno dei riflessi colorati dai toni lievi e violenti allo stesso tempo . E’ il momento in cui Bosa si leva i suoi vestiti e si specchia nel fiume mostrando le sue forme sinuose in tutta la sua interezza e naturalezza. Procedendo verso la diga, si ha l’impressione di essere in un Canyon, ricco di vegetazione e fauna palustre. Lungo il viaggio aironi e pesci che saltano allegramente come se volessero darvi il benvenuto. Via via che vi allontanerete da Bosa, il colpo d’occhio diventa sempre più spettacolare: le case colorate di Sa Costa si rimpiccioliscono fino a diventare tanti piccoli puntini colorati come in quadro impressionista, coronate da una verde cornice naturale.


Se invece amate la bicicletta, il percorso lungo il fiume, vi emozionerà ugualmente.
Grazie alla vicinanza al fiume ed all’esposizione al sole, i terreni vicino al fiume sono tra i più fertili e perciò i più ambiti.
Sentirete una mescolanza di profumi di agrumi, fichi e piante selvatiche aromatiche che vi accompagnerà lungo tutto il percorso. Il bosano, si sa, è un gran festaiolo e se durante la vostra pedalata, sentirete persone che urlano festosamente e vi inviteranno a bere un bicchiere di Malvasia, non spaventatevi ed accettate l’invito. Il carattere socievole e allegro di questa gente vi divertirà e coinvolgerà totalmente, ma mi raccomando non esagerate con il vino altrimenti non avrete più le forze per raggiungere uno dei monumenti più belli e misteriosi di Bosa: la Cattedrale di San Pietro. È una delle più suggestive ed antiche chiese romaniche della Sardegna. La posa della prima pietra risale infatti al 1062 come indicato in una iscrizione posta sull’acquasantiera.
La prima sensazione è prettamente cromatica; il rosso multi tonale della trachite di cui è costituito l’edificio contrasta con l’ocra del piazzale in battuto, il verde intenso della campagna circostante e l’azzurro del cielo (che è quasi una costante in questa zona). Un’antica leggenda narra che esiste un tunnel sotterraneo che conduce direttamente dal Castello alla chiesa di San Pietro e che venisse usato dall'allora principessa dei Malaspina per i suoi incontri clandestini.
Si dice inoltre che questi incontri siano costati cari alla principessa, quando il principe se ne rese conto infatti la uccise con 17 pugnalate. Questa leggenda è ancora molto radicata e c’è chi è pronto a giurare di aver visto questo tunnel.


Ovunque voi siate, al mare o in campagna, in montagna o nelle sponde del fiume, alzate la testa verso il cielo e troverete il sovrano dei cieli di Bosa ovvero il Grifone. Questi leggendari avvoltoi sono dotati di un ampia apertura alare che raggiunge i tre metri, sono in assoluto uno dei più imponenti e maestosi rapaci esistenti. Bosa è l'unico luogo d'Italia in cui vive una colonia storica. Memorabile è la gita alla ricerca di Grifoni nel territorio Bosano, oltre ad ammirare questo splendido animale conoscerete il meraviglioso territorio bosano.


Lasciamo castelli, principesse, rapaci ed adulteri vari e parliamo di enogastronomia.Il miglior vino d’Italia secondo la “Guida dei Vini 2011” dell’Espresso è la Malvasia di Bosa di Battista Columbu. Caratterizzato da un colore giallo paglierino e da un profumo intenso ma delicato, si distingue per un lungo invecchiamento e dal fatto di essere prodotta nelle versioni Secco, Dolce, Liquoroso Dry o Secco, Liquoroso Dolce Naturale. E’ un vino nobile da meditazione, ottimo anche per aperitivi e dessert. Quasi tutti i bosani conservano una bottiglia di questo antico nettare nelle proprie cantine, pronto per essere consumato in piccoli bicchierini con amici o parenti.


Il piatto principe della cucina Bosana è l’aragosta di cui il mare bosano è molto ricco. Consiglio anche di assaggiare la Razza alla Bosana.


Per quanto riguarda l’artigianato locale consiglio di acquistare il filet ed il corallo di Bosa, oltre a trovarli a prezzi minori rispetto ad altri posti, sono qualitativamente migliori.




Per le gite guidate nel centro storico: L'ANTICO TESORO - Via Lungo Temo Matteotti, Bosa - www.castellodibosa.it/

Per la gita in barca: Simone. Tel 3286513377


Per effettuare un'escursione sulle tracce dei grifoni: Antonello Cossu 347 5482718


Per degustare la Malvasia: Strada della Malvasia di Bosa Corso Vittorio Emanuele, 1508013 Bosa Sardegna Tel. / fax (+39) 0785 375274
oppure: http://www.malvasiacolumbu.com/


Per acquistare il filet: Mariuccia Farina, artista occasionale, via Montenegro 16 – 320 1953607

sabato 18 dicembre 2010

Ci siamo trasferiti

In questi giorni ho incontrato alcuni amici e conoscenti che mi hanno confidato di averci seguito tutta l'estate sul gruppo di Facebook. Ieri ho conosciuto per caso una coppia di ragazzi (troppo simpatici!!!), iscritti anche loro nel nostro gruppo, e mi hanno confessato che fra una pausa lavoro e l'altra, aprivano la nostra pagina quotidianamente.
Questi incontri confermano quello che già avevo intuito: la maggiorparte di voi ci segue in modo più o meno costante, anche se in modo silezioso. Rispetto i vostri silenzi, ci mancherebbe altro, ma credo sia arrivato il momento di lasciarsi un po' andare ed interagire un po' di più e condividere il più possibile i nostri pensieri. Sono in un periodo di fermento creativo e qualuque spunto mi diate la posso trasformare in un idea o progetto con possibili sviluppi.

Come già riportato nel precedente Post, ci siamo trasferito momentaneamente a Padova, ma la cosa più importante che le nostre idee ed il nostro diario, si traferisce in questo Blog.
Perciò fatevi aventi anime taciturne, parlate con noi,  le vostre parole saranno ascoltate attentamente!